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In musica, un accento è un segnale – scritto o interpretato – che mette l’attenzione su una nota, su un tempo, su un momento.
È come dire: “Ascolta qui.”
Un accento non è soltanto una questione di volume.
È una scelta espressiva, una pennellata emotiva, un respiro che guida l’interpretazione.
Gli accenti musicali aiutano a dare forma a una frase, a orientare l’ascolto, a scolpire il ritmo. Sono il modo in cui una melodia prende vita.
È l’accento naturale del tempo.
Ogni battuta ha un suo equilibrio interno, con tempi forti e deboli che si alternano.
Nel tempo 4/4, ad esempio:
Non è scritto nello spartito, ma chiunque suoni o ascolti sente che c’è. Fa parte dell’impalcatura ritmica del brano.
Questo tipo di accento nasce dall’interpretazione.
È una sfumatura, una sottolineatura emotiva, un’intenzione.
Può servire per:
Lo usiamo spesso senza nemmeno rendercene conto: è il nostro modo di “parlare” attraverso il suono.
Qui l’accento è chiaro, preciso, voluto dal compositore.
È scritto nello spartito con simboli che ne indicano la forza e il carattere:
Sono piccoli segni, ma cambiano tutto.
Un accento è come quando parli ed enfatizzi una parola per dare senso a tutta la frase.
È come dire: “Questa cosa qui è importante.”
Non è solo più forte: è più viva, più presente, più “vera”.
Gli accenti non sono isolati. Vivono dentro al fraseggio, come virgole, punti, punti esclamativi in una frase ben scritta.
Ci aiutano a:
Insegnare a usare bene gli accenti significa insegnare a raccontare qualcosa con la musica.
Un accento musicale non è solo un “più forte”.
Può essere:
È una scelta, non una misura.
E spesso, i migliori accenti sono quelli che si sentono senza essere gridati.
Gli accenti sono ovunque.
Cambiano il carattere, il ritmo, l’identità di una musica.
È un segnale che dà rilievo a una nota o un tempo. Serve per guidare l’ascolto, modellare l’interpretazione e rendere la musica più espressiva.
Tre: accento metrico (naturale), espressivo (interpretativo) e scritto (indicato sullo spartito).
No. Può essere più sottile: un colore, un’intenzione, un tocco. Non è solo una questione di volume.
Sì. Ne sono una parte fondamentale. Senza accenti, il fraseggio diventa piatto, senza respiro.
Il corso si svolge una volta alla settimana, dura due ore ed è diviso in fasce d'età. All'interno di questo articolo trovi tutti gli orari.
Il corso inizia il 25 settembre 2024 e termina il 4 giugno 2025 per 32 lezioni effettive escluse le festività previste dal calendario scolastico.
Certamente, la seconda parte dell'anno sarà incentrata sulla messa in scena di un vero e proprio musical. A fine anno si andrà in scena!
Assolutamente sì e non è prevista alcuna audizione. Il corso ha l'obiettivo di coinvolgere i neofiti del musical.
Il corso di musical è un'esperienza formativa separata, per questo motivo non rientra tra i corsi complementari e richiede un'integrazione.
Assolutamente sì. Contattaci per ricevere tutti i dettagli.
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